GUST-E’ | FORMAZIONE
A Muro Leccese c’è un luogo speciale, nei pressi del Parco del Crocefisso, dove l’accoglienza ha il sapore del caffè e l’inclusione si misura in sorrisi. È Gust-E’, il bar gestito da un gruppo di ragazzi con disabilità, che ogni giorno dimostrano come il lavoro possa essere uno straordinario strumento di dignità, crescita e felicità.
“Non c’è una disabilità, sono persone normali, proprio come noi. D’altra parte, tutti noi abbiamo la nostra parte di disabilità,” racconta con orgoglio Jan Paul Merico, coordinatore del progetto e ispettore della Federazione Baristi Italiani. “Per me sono ragazzi magici. A loro dico: divertiamoci, stiamo bene. Ed è quello che facciamo.”

Gust-E’ non è solo un bar, ma un progetto sociale e umano, nato grazie all’impegno della presidente dell’Associazione Lotto Giulia Negro, da cui vengono i ragazzi, che lei gestisce insieme ad alcune mamme. L’associazione si è affiancata a Merico e alla scuola le Costantine, centri servizi formativi, per creare questo progetto di formazione. Un’iniziativa che ha saputo coinvolgere il territorio e restituire nuove prospettive ai suoi protagonisti: giovani che finalmente possono lavorare, relazionarsi con il pubblico, imparare un mestiere e sentirsi parte attiva della comunità.
“Sono felici, perché per la prima volta si sentono utili. Offrono il loro servizio con un entusiasmo contagioso e, soprattutto, con grande professionalità,” spiega Merico.
Il nome “Gust-E’” è un gioco di parole che racchiude un doppio significato: il “gusto” delle cose buone e il “gusto” di fare qualcosa che abbia senso, che lasci il segno. E così, ogni caffè servito diventa un piccolo gesto di riscatto, ogni sorriso una lezione di vita.
In un tempo in cui si parla tanto di inclusione, Gust-E’ dimostra con i fatti che è possibile abbattere le barriere. Barriere non solo architettoniche, ma anche culturali. Perché formare ragazzi con disabilità significa riconoscere, prima di tutto, le loro potenzialità. E offrirgli gli strumenti per esprimerle, al meglio.